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FOTO Dov’è localizzata la nostra mente? Ci hanno insegnato a credere che sia dentro la nostra testa, che l’attività mentale non sia altro che attività cerebrale. Alcune prove sperimentali descritte in quest’articolo suggeriscono che la nostra mente si estenda ben oltre il cervello; estendendosi attraverso dei campi che ci collegano al nostro ambiente e gli uni agli altri. (Sommarietto o catenaccio)
I campi mentali sono radicati nel cervello, proprio come i campi magnetici che circondano un magnete sono radicati nel magnete stesso, o come i campi di trasmissione attorno ai telefoni cellulari sono radicati nel telefono e nella sua attività elettrica interna. I campi mentali inoltre si estendono attorno al cervello allo stesso modo in cui i campi magnetici si estendono attorno ai magneti, ed i campi elettromagnetici attorno ai telefoni cellulari.
I campi mentali ci aiutano a spiegare la telepatia, la sensazione di essere osservati ed altre capacità molto diffuse ma tuttora prive di spiegazione. Soprattutto, i campi mentali sono alla base della normale percezione quale parte essenziale della vista.
Guardatevi attorno. Le immagini che vedete sono dentro al vostro cervello? O sono al di fuori di voi – proprio dove sembrano essere?
Secondo la teoria convenzionale, c’è un processo a senso unico: la luce entra, ma niente è proiettato all’esterno. Il movimento verso l’interno della luce è abbastanza familiare. Se guardate questa pagina, la luce riflessa si muove dalla pagina attraverso il campo elettromagnetico dentro ai vostri occhi. Le lenti dei vostri occhi focalizzano la luce per formare immagini capovolte sulla retina. Questa luce che cade sui bastoncelli e sui coni della retina provoca dei cambiamenti elettrici al loro interno, che danno luogo a cambiamenti caratteristici nei nervi della retina stessa. Gli impulsi nervosi si muovono lungo i nervi ottici fino al cervello, dove provocano forme complesse di attività elettrica e chimica. Fin qui, tutto bene. Tutti questi processi possono essere, e sono stati, studiati in dettaglio da neurofisiologi ed altri esperti della vista e dell’attività cerebrale.
Poi succede qualcosa di molto misterioso. Si fa esperienza consapevole di quello che si sta guardando, la pagina che vi sta di fronte. Si diventa consapevoli anche delle parole stampate e del loro significato. Dal punto di vista della teoria standard, non c’è alcun motivo per cui si dovrebbe esserne consapevoli. I meccanismi cerebrali dovrebbero procedere bene lo stesso senza la consapevolezza.
Ne consegue un altro problema. Quando vedete questa pagina, non sperimentate la vostra immagine di essa come fosse dentro al cervello, dove dovrebbe essere. Sperimentate invece la sua immagine a circa sessanta centimetri di fronte a voi. L’immagine è fuori dal vostro corpo.
La teoria standard, nonostante tutta la sua fisiologica sofisticazione, non ha alcuna spiegazione per la vostra esperienza più immediata e diretta. Tutta la vostra esperienza dovrebbe essere dentro al cervello, una specie di reality show virtuale dentro la vostra testa. Questo significa che il vostro cranio deve trovarsi al di là di qualsiasi cosa che state vedendo: se state guardando il cielo, il vostro cranio deve essere oltre il cielo! Per quanto appaia un’idea assurda, sembra essere un’implicazione necessaria della teoria mente-nel-cervello.
L’idea che propongo è così semplice che è difficile da cogliere. La vostra immagine di questa pagina è esattamente dove sembra essere, di fronte ai vostri occhi, non dietro. Non è dentro al vostro cervello, ma fuori.
Così la visione implica sia un movimento della luce verso l’interno, sia una proiezione all’esterno di immagini. Attraverso i campi mentali la nostra mente si protende per toccare quello che stiamo guardando. Se guardiamo una montagna a dieci miglia di distanza, la nostra mente di protende per dieci miglia. Se guardiamo le stelle lontane, le nostre menti si protendono nei cieli, letteralmente per distanze astronomiche.
FOTO A volte quando guardo qualcuno da dietro, lui o lei si volta e guarda dritto verso di me. E talvolta mi volto all’improvviso per scoprire che qualcuno mi sta fissando. Le statistiche dimostrano che oltre il 90% delle persone hanno avuto esperienze come queste. La sensazione di essere osservati non dovrebbe avvenire se l’attenzione è tutta dentro la testa. Ma se si protende all’infuori e ci collega a quello che stiamo guardando, allora il nostro guardare potrebbe avere un effetto su quello che guardiamo. È solamente un’illusione, o esiste veramente la sensazione di essere osservati?
Questa questione può essere esplorata con esperimenti semplici e poco costosi. Si lavora a coppie. Una persona, il soggetto, si siede voltando la schiena all’altro, indossando una benda. L’altra persona, l’osservatore, si siede dietro al soggetto, e in una serie casuale di esperimenti guarda o il collo del soggetto, o distoglie lo sguardo e pensa a qualcos’altro. L’inizio di ciascun esperimento è segnalato da un clic o da un bip meccanico. Ogni esperimento dura circa dieci secondi ed il soggetto indovina dicendo “guarda” o “non guarda”.
Finora sono stati fatti più di 100.000 esperimenti, ed i risultati sono notevolmente positivi ed altamente significativi statisticamente, con probabilità che sia casuale di quadrilioni (N.d.T.: 10²⁴) a uno. La sensazione di essere osservati funziona anche quando si guarda la gente attraverso una TV a circuito chiuso. Anche gli animali sono sensibili all’essere osservati dalle persone, e le persone dagli animali. Questa sensibilità agli sguardi sembra molto diffusa nel regno animale e potrebbe essersi evoluta nel contesto delle relazioni predatore-preda: un animale che si fosse accorto quando un predatore nascosto lo stesse osservando avrebbe avuto una probabilità migliore di sopravvivere di un animale senza questo senso.
Le persone istruite sono state educate a credere che la telepatia non esista. Alla stregua di altri cosiddetti fenomeni psichici, la telepatia è respinta come un illusione. La maggior parte delle persone che aderiscono a queste opinioni, cosa che facevo anch’io, non lo fanno sulle basi di un attento esame delle prove. Lo fanno perché c’è un tabù sul considerare seriamente la telepatia. Questo tabù è correlato al paradigma prevalente o modello della realtà nella scienza istituzionale, cioè alla teoria della mente-dentro-il-cervello, secondo la quale la telepatia ed altri fenomeni psichici, che sembrano implicare misteriose specie di ‘azioni a distanza’, non possono assolutamente esistere.
Questo tabù risale come minimo all’Illuminismo, alla fine del diciottesimo secolo. Ma questo non è luogo per esaminarne la sua storia (che esamino ne The Sense of Being Stared at (N.d.T.: La Sensazione di Essere Osservati)). Piuttosto voglio riassumere alcuni esperimenti recenti, che suggeriscono che la telepatia non solo esiste, ma che è una parte usuale della comunicazione animale.
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Mi sono inizialmente interessato al soggetto della telepatia circa quindici anni fa, e cominciai a cercarne delle prove negli animali che conosciamo meglio, cioè gli animali domestici. Presto iniziai a trovare numerose storie di proprietari di cani, gatti, pappagalli, cavalli ed altri animali che insinuavano che questi animali sembravano capaci di leggere la loro mente e le loro intenzioni.
Attraverso annunci al pubblico mi sono costruito un’ampia banca dati di questo tipo di storie, al momento contenente oltre 3.500 casi. Queste storie si suddividono in varie categorie. Ad esempio, molti proprietari di gatti affermano che il loro animale sembra intuire quando hanno intenzione di portarlo dal veterinario, ancora prima che abbiano tirato fuori la gabbietta o manifestato qualsiasi apparente indizio della loro intenzione. Alcuni sostengono che i loro cani sanno quando li porteranno a fare una passeggiata, anche quando sono in un’altra stanza, senza essere visti o sentiti, e quando la persona sta solamente pensando di portarli a fare una passeggiata. Certamente, nessuno pensa che questo comportamento sia sorprendente se succede in un orario di routine, o se i cani vedono la persona che si prepara ad uscire, o sentono la parola “andiamo”. Deducono che sia telepatico perché sembra succedere in assenza di tali indizi.
Una delle affermazioni più comuni e più testabili sui cani e sui gatti è che sanno quando i loro proprietari stanno tornando a casa, in alcuni casi anticipando il loro ritorno di dieci minuti o più. Nelle statistiche di famiglie scelte a caso in Gran Bretagna e in America, i miei colleghi ed io abbiamo trovato che circa il 50% di proprietari di cani ed il 30% di proprietari di gatti credono che i loro animali anticipino l’arrivo di un membro della famiglia. Attraverso centinaia di esperimenti videoregistrati, i miei colleghi ed io abbiamo dimostrato che i cani reagiscono alle intenzioni dei loro proprietari di tornare a casa anche se sono distanti parecchie miglia, anche quando ritornano ad orari casuali, ed anche quando viaggiano con veicoli insoliti come i taxi. La telepatia sembra la sola ipotesi che possa rendere conto dei fatti.
Nel corso della mia ricerca sui poteri senza spegazioni degli animali, ho sentito di molti cani e gatti che sembravano anticipare le chiamate telefoniche da parte dei loro padroni. Ad esempio, quando il telefono squilla nella famiglia di un noto professore dell’Università di California a Berkeley, sua moglie sa quando suo marito è dall’altra parte del telefono perché Whiskins, il loro gatto argentato, corre al telefono e raspa il ricevitore con le zampe. «Molte volte riesce a staccare la cornetta ed emette miagolii di apprezzamento che sono chiaramente udibili da mio marito all’altro capo – afferma – Se qualcun altro telefona, Whiskins non ci fa caso». Il gatto risponde anche quando telefona da viaggi sul campo in Africa o Sud America.
Questo mi ha portato a riflettere che io stesso ho avuto tale esperienza, in quanto, senza alcun apparente motivo, avevo pensato a delle persone che poco dopo hanno chiamato. Ho chiesto alla mia famiglia e agli amici se avevano mai avuto questo tipo di esperienza, e presto ho scoperto che la maggior parte la conosceva molto bene. Alcuni dissero che sapevano quando la loro madre o il fidanzato o un’altra persona significativa stava chiamando perché il telefono aveva un suono diverso!
I miei colleghi ed io abbiamo scoperto, attraverso sondaggi approfonditi, che la maggior parte della gente ha apparentemente avuto esperienze telepatiche con le telefonate. Questo è in realtà il tipo più comune di telepatia apparente nel mondo moderno.
È tutta una questione di coincidenza, e memoria selettiva, dove la gente si ricorda solo quando qualcuno a cui stavano pensando ha telefonato, e dimentica tutte le volte che si sono sbagliati? La maggior parte degli scettici presume che questo sia il caso, ma fino a poco tempo fa non c’era mai stata alcuna ricerca scientifica sull’argomento.
Ho messo a punto un semplice esperimento per testare la telepatia telefonica. I partecipanti ricevono una chiamata da quattro diverse persone ad un’ora prestabilita, ed essi stessi scelgono le persone che chiamano, di solito amici intimi o membri della famiglia. Per ciascun test, la persona che chiama è scelta a caso dallo sperimentatore gettando un dado. Il partecipante deve dire chi è che chiama prima che la persona parli. Se la gente stesse solamente indovinando, dovrebbero essere esatti una volta su quattro, o il 25% delle volte.
Abbiamo sinora eseguito più di 800 prove di questo tipo, e la percentuale media di successo è del 42%, molto significativamente al disopra del livello casuale del 25% con astronomiche probabilità contro la casualità (10²⁶ a 1).
FOTO Abbiamo anche effettuato una serie di prove in cui due dei quattro chiamanti erano familiari, mentre gli altri due erano estranei, i cui nomi erano noti ai partecipanti, ma che non avevano mai incontrato. Con i chiamanti familiari, la percentuale di successo fu del 56%, altamente significativa statisticamente. Con gli estranei fu al livello della casualità, in accordo con l’osservazione che la telepatia tipicamente si manifesta tra gente che condivide legami emotivi o sociali.
Inoltre, abbiamo trovato che questi effetti non diminuiscono con la distanza. Alcuni dei nostri partecipanti erano dall’Australia o dalla Nuova Zelanda, ed essi potevano ugualmente identificare chi stava chiamando sia che fosse dall’altro capo del mondo o solo ad alcune miglia di distanza.
Gli studi di laboratorio di parapsicologi hanno già dato prove statisticamente significative per la telepatia. Ma la maggior parte delle ricerche di laboratorio ha prodotto effetti piuttosto deboli, probabilmente perché la maggior parte dei partecipanti e “trasmittenti” erano estranei gli uni agli altri, e la telepatia normalmente dipende dai legami sociali.
C’è un’analogia di questo processo nella fisica quantistica:
se due particelle sono state parte dello stesso sistema quantistico e sono separate nello spazio, queste mantengono una misteriosa connessione….. Un cambiamento in una parte separata di un sistema può avere un effetto sull’altro istantaneamente. Questo fenomeno è conosciuto come non-località o non-separabilità quantistica.
I risultati degli esperimenti sulla telepatia telefonica danno effetti più marcati e più ripetibili perché coinvolgono persone che si conoscono bene. Ho anche scoperto che ci sono sorprendenti legami telepatici tra le madri che allattano ed i loro bambini. Ugualmente, le reazioni telepatiche degli animali domestici ai loro proprietari dipendono da forti legami sociali.
Voglio dire che questi legami sono aspetti dei campi che collegano assieme membri di gruppi sociali (che definisco campi morfici) e che agiscono da canali per il trasferimento di informazioni tra membri separati del gruppo. Telepatia letteralmente significa “sentire da lontano”, e tipicamente implica la comunicazione di bisogni, intenzioni e pericolo. A volte le reazioni telepatiche sono sperimentate come sensazioni, talvolta come visioni o il sentire delle voci, e talvolta nei sogni. Molte persone ed animali domestici hanno reagito quando coloro ai quali erano legati hanno avuto un incidente, o stavano morendo, anche se questo succede a molte miglia di distanza.
C’è un’analogia di questo processo nella fisica quantistica: se due particelle sono state parte dello stesso sistema quantistico e sono separate nello spazio, queste mantengono una misteriosa connessione. Quando Einstein si rese conto per la prima volta di questa implicazione della teoria quantistica, pensò che quest’ultima fosse sbagliata perché implicava quello che chiamava una “sconcertante azione a distanza”.
Gli esperimenti hanno dimostrato che la teoria quantistica ha ragione e che Einstein ha torto. Un cambiamento in una parte separata di un sistema può avere un effetto sull’altro istantaneamente. Questo fenomeno è conosciuto come non-località o non-separabilità quantistica.
La telepatia, come la sensazione di essere osservati, è paranormale solo se definiamo come “normale” la teoria che la mente è ristretta al cervello. Ma se la nostra mente si protrae oltre il nostro cervello, proprio come sembra fare, e si connette con altre menti, proprio come sembra fare, allora fenomeni come la telepatia e la sensazione di essere osservati sembrano normali. Non sono affatto sconcertanti e strani, ai margini della psicologia umana anormale, ma sono parte della nostra natura biologica.
Certo, non sto dicendo che il cervello sia irrilevante per la nostra comprensione della mente. È molto rilevante, e recenti progressi nella ricerca sul cervello hanno molto da dirci. La nostra mente è centrata nel corpo, e nel nostro cervello in particolare. Però, non è limitata al nostro cervello, ma si estendeben oltre. Questa estensione avviene attraverso i campi della mente, o campi mentali, che esistono sia all’interno che oltre il cervello stesso.
L’idea della mente estesa dà più senso alla nostra esperienza rispetto alla teoria della mente-nel-cervello. Soprattutto, ci libera. Non siamo più imprigionati entro il limitato raggio del nostro cranio, le nostre menti separate ed isolate le une dalle altre. Non siamo più alienati dai nostri corpi, dal nostro ambiente e dalle altre persone. Siamo interconnessi.
L’individuo può ricevere, in uno stato di comune coscienza di veglia, un massimo di sedici stimoli al secondo, mentre il suo inconscio ne può ricevere fino a 100 miliardi e dal momento che questo inesauribile potenziale di informazioni rimane per lo più inutilizzato, gli è possibile percepire e prendere cosienza solo di una frazione molto limitata della realtà.
Note sull’autore FOTO
Il Dr. Rupert Sheldrake è un biologo di fama mondiale e l’autore del recente libro THE SENSE OF BEING STARED AT, AND OTHER ASPECTS OF THE EXTENDED MIND (N.d.T.: LA
SENSAZIONE DI ESSERE OSSERVATI, ED ALTRI ASPETTI DELLA MENTE ESTESA)
Membro dell’Istituto di Scienze Noetiche, vicino a San Francisco, vive attualmente a Londra.
Prove e approfondimenti sulla telepatia:
-Rupert Shaldrake
La mente estesa
Urra, Milano, 2000
-Rupert Shaldrake
I poteri straordinari degli animali
Mondadori, Milano, 2000
-Dean Radin
The Conscious Universe (N.d.T.: L’Universo Cosciente) Harper, San Francisco, 1997
E’ possibile dunque sfruttare l’inesauribile biblioteca dell’inconscio, contattare la propria sorgente creativa ed accedere in modo cosciente a quella che si definisce la quarta dimensione, per trarne un vantaggio reale e pratico nella vita di tutti i giorni? Con MindGate l’individuo in un alterato stato di coscienza, riesce ad utilizzare e sincronizzare entrambi gli emisferi cerebrali valutando razionalmente tutte le informazioni provenienti dall’iperspazio. Nella fattispecie si tratta di una forma individuale di “Brainstorming” che si basa sulla conoscenza e lo sfruttamento dei “campi morfici” di R. Sheldrake, nonché delle più recenti osservazioni della fisica quantistica. MindGate insegna ad utilizzare forze vettoriali psicocinetiche per mezzo delle quali vengono creati campi di forza psichici: quando questi risultano sufficientemente potenti, essi sono in grado di influenzare eventi e comportamenti, mentre le loro caratteristiche diventano sfruttabili quale archivio informatico libero da vincoli spazio-temporali. Per partcipanti inesperti il compito di creare questi campi viene inizialmente assunto dall’istruttore, ma dopo soli cinque giorni di esercizio essi diventano già così esperti da poter lavorare con questo metodo in modo assolutamente autonomo. Tutto ciò che desideriamo sapere e conoscere risiede già dentro di noi. Si tratta solo di superare gli schemi mentali per aprirsi al “nuovo” e con la giusta tecnica questo diventa possibile.
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